lunedì 22 febbraio 2010

là, alla mia Valhalla

allora sono stato in belgio, super corso con Guido alla sua prima uscita. non ci volevo andare. però hanno una birra favolosa e poi ho quasi chiuso l'accordo nonostante tutti i punti interrogativi e i dubbi sulle mie capacità. sono tornato e ripartito per l'uscita. tanta neve, tanta roba, tanta stanchezza. ultimamente sono molto impegnato e carico di pesi. ma qualsiasi cosa faccia sembra che non va bene, che non mi impegno, che non ho pazienza, che litigo con tutti, che perdo tempo, che sono negativo, che non mi piacciono le cose belle, che palle! sono stanco ma ho la forza di essere incazzato come una belva. o forse non sono stanco ma sono stressato, stressato dalle mie ire. più che altro perchè non mi sento colpevole. di cosa? perchè?
allora il riposo al guerriero non è concesso. il guerriero è prigioniero, ma aspetterà il suo momento e poi si libererà da sè stesso. e allora il guerriero indossa l'armatura anche in tempo di pace. ma mette la scure alla cinta e appoggia lo scudo al fianco. e si siede sul ceppo del dialogo. e sto ceppo se non sistema le cose.

"Ecco, là io vedo mio padre, ecco, là io vedo mia madre, le mie sorelle e i miei fratelli, ecco, là io vedo tutti i miei parenti defunti, dal principio alla fine, ecco, ora chiamano me. Mi invitano a prendere posto in mezzo a loro, nella sala del Valhalla dove l'impavido può vivere per sempre".

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