giovedì 25 settembre 2008

tifo, malattia globale

ecco, il tifo è una malattia globale.
può essere una moda, una novità, un trend, l'ultimo grido, un motivo per cui conformarsi, uniformarsi, aggregarsi.
non seguendo le voci qui sopra è naturale che io scelga il locale, il tradizionale, il diverso e che contesti il contrario. un vero no-global o si-local.
non è il fatto di essere anti-conformista, che tanto non mi sento tale, è il fatto di non essere uguale, di non essere un prodotto seriale, un numero, parte della massa. ma al di là di questo...
come si fa a tifare una squadra di Torino o di Milano? Quando hai dietro l'angolo una squadra storica, passionale, operaia, pulita e perchè no, forte, visto che è l'unica ad aver preso l'appellativo "Real". Cosa manca?
Le vittorie, lo so, ma bisogna saper perdere, a saper vincere son buoni tutti.

Ecco, credo che la passione calcistica sia una grande metafora della vita

mercoledì 24 settembre 2008

come la juve!

forse non tutti sanno che...

l'inter non è certo meno che la Juve, ladra per antonomasia, il Milan, il cui presidente certo non è il prototipo dell'onestà..... leggere, lungo ma se allo stadio vuoi gridare "siete come la juve" non puoi essere interista


Saras gonfiata per la Borsa e per l'Inter

MILANO - Quel titolo valeva tra 4 e 5 euro per azione. Invece le banche e la famiglia Moratti lo hanno piazzato sul mercato a 6 euro. E per farlo, secondo la ricostruzione del consulente tecnico della procura di Milano, Marco Honegger, non avrebbero pubblicato alcuni dati rilevanti nel prospetto informativo. Che la quotazione di Saras, la società di raffinazione di Sarroch, non fosse stato un grande affare per il mercato, lo si era capito fin da subito, quando il giorno successivo alla quotazione, avvenuta il 18 maggio 2006, il titolo aveva perso oltre il 10 per cento del suo valore. Il consulente tecnico ha ricostruito in un documento di oltre 400 pagine i motivi di quella debacle. E ha ipotizzato che l' incasso della quotazione sia servito soprattutto a un ramo della famiglia, quello di Massimo Moratti, per far fronte ai debiti dell' Inter. Con un contestuale danno per il mercato di 770 milioni. Tutti, gli analisti, i banchieri e gli investitori istituzionali avevano capito, durante le varie tappe che hanno portato la Saras in Borsa, che quella valorizzazione era troppo elevata, eppure nessuno ha fatto nulla per correggere il tiro. Un dato è emerso chiaramente dall' analisi di Honegger: l' utile di gruppo, il principale indicatore su cui calcolare il valore della società, era "gonfiato". «Si è potuto riscontrare che l' informativa da Prospetto - scrive il consulente - non aveva evidenziato l' esistenza di una considerevole componente di utili non ricorrente nei dati storici, dati unici su cui basarsi per la decisione di investimento (quantomeno per il pubblico indistinto)». La mancanza si riferisce all' utile 2005, pari a 292,6 milioni di euro. Una cifra riportata tale e quale nel prospetto, senza avvisare i risparmiatori che il dato era "gonfiato" da utili derivanti dalle scorte di magazzino. Dalla documentazione sequestrata dalla Guardia di Finanza presso Jp Morgan, una delle banche advisor per la quotazione, invece, emerge chiaramente che nei report su Saras redatti prima della quotazione, gli analisti, compresi quelli di Morgan Stanley e Caboto di Banca Intesa (gli altri due advisor dei Moratti) prendono in considerazione gli utili depurati ("comparable") per calcolare il valore delle società di raffinazione. Gli unici a non farlo sono quelli di Jp Morgan. La stessa Saras, come sostiene il consulente, si accorge dell' errore e a partire dal comunicato stampa del 25 ottobre inizia a fornire i dati di utile relativi ai trimestri, così come lo richiede la prassi degli analisti. A febbraio 2007, in un altro comunicato, la società svela che l' utile netto rettificato per il 2005 è di 230 milioni di euro. Con questi profitti, il valore per azione di Saras sarebbe stato tra i 4,1 e i 5,1 euro e non tra i 5,25 e i 6,5 euro, come indicato nel prospetto. Non vi è nessuna giustificazione di un prezzo di 6 euro nemmeno negli studi delle tre banche che hanno partecipato alla quotazione: «Sulla base delle valutazioni rettificate delle banche d' affari partecipanti all' operazione, il range avrebbe dovuto collocarsi tra i 4 e i 5 miliardi di euro (ossia tra i 4,4 e i 5,6 euro per azione); dunque inferiore di 700 milioni a quello definito in Prospetto Informativo», sostiene la consulenza. Non è un caso, quindi, che le quotazioni di Saras, dal giorno dello sbarco in Borsa a oggi, si siano allineate ai valori stimati dagli analisti. Se n' erano accorti fin da subito gli investitori istituzionali del calibro di Morley, Strategic Market Analysis, Moore, Plutus, Generali e Polygon, che già in fase di quotazione ("bookbuilding") avevano ridotto significativamente o cancellato gli ordini di acquisto. Perché allora spingere il prezzo di quotazione? Le email sequestrate dagli inquirenti offrono qualche indicazione. «È vitale che davanti al prezzo ci sia un 6», scriveva il numero uno di Jp Morgan, Federico Imbert, a un suo collega, mentre il bookbuilding attraversava una fase critica. Jp Morgan, oltre alle commissioni per il collocamento, otterrà, cosa taciuta nel prospetto, anche il mandato dalla famiglia Moratti per gestire attraverso la sua filiale di private banking, i lauti proventi della quotazione. Un altro banchiere di Jp Morgan, Emilio R. Saracho (probabilmente del private banking) svela in una email un ulteriore dettaglio: «Devi essere al corrente del fatto che abbiamo ottenuto 1,6 miliardi di euro, cioè da entrambi fratelli, ma uno dei due deve ripagare 500 milioni di debiti, e così quella parte non la vedremo per lungo tempo». Sempre Imbert, il 14 marzo 2006, alza il sipario sui presunti interessi di Banca Intesa: «Parlato a lungo con Micciché di Intesa. È contento del lavoro fatto insieme su Saras e Intercos. È personalmente a disposizione per stimolare forza vendita specialmente su Saras. Chiede di informarlo se vediamo problemi o sgranature. Tiene ovviamente molto al successo data l' esposizione sua e di Passera con i Moratti. È stato da lui Galeazzo Pecori Giraldi di Morgan Stanley consigliando di non esagerare sul prezzo. Lui crede che lo faccia per invidia nei nostri confronti». In un documento, poi, trovato presso la Jp Morgan, intitolato "Materiale di discussione", si spiega la scelta di affiancare un aumento di capitale, non necessario, alla vendita di titoli da parte della famiglia. Se così non fosse, «verrebbe evidenziata una scarsa propensione ad investire e si darebbe l' idea che la proprietà vuole solo fare cassa, prestando il fianco a critiche su altre iniziative (metti i soldi nell' Inter)». - WALTER GALBIATI

martedì 23 settembre 2008

sono "inferiore"

che tu sia ragionier Fantozzi, ragionier Filini o signorina Silvani...
non importa, ci sarà sempre una Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare o un Mega Direttore Galattico Duca Conte Arcangelo a ricordarti che sei una merdaccia

mercoledì 17 settembre 2008

è il momento del lucidalabbra

le borse crollano, l'incertezza regna.
è il momento di investire signori.
allora ascoltate un cretino: il futuro sono le risorse primarie e i servizi "sporchi", i lavori più impensabili.
quindi fuori i soldi su acqua, alimenti, alluminio, rame, nichel, acciaio, carbone, mondissie, trattamento sostanze speciali, riciclaggio, riconversione energetica.
fra 15 anni col vostro bel gruzzoletto in mano mi ringrazierete.

vegliate, vigilate, state vigili!

sicchè lunedì sera ore 23.30 i vigiliurbanipolizialocaledimerdaalè di rosà hanno fermato un pericoloso criminale: g.g. 23 anni colto in flagrante con la revisione scaduta da 40gg.
pena: multa 150euro e sequestro del libretto di circolazione.

ora alcune considerazioni:
- la revisione di una macchina semi-nuova è così vitale da giustificare una tale sanzione a soli 40gg dalla scadenza?
- qualcuno ha mai visto i vigili di rosà lavorare di notte?
- qualcuno ha mai visto i vigili lavorare di lunedì?
- se proprio devi FARE multe, non puoi darle a quelli da fuori paese?
- aumenta la simpatia dei playmobile con queste azioni?
- non è forse su altre infrazioni che si dovrebbe concentrare lo sforzo?
- dov'è la lotta alla criminalità?
- la sicurezza dei cittadini passa per la revisione auto?
- non è eccessiva una multa del genere di questi tempi?
- che stipendio ha un soldatino comunale?

O forse che...
o forse che il facoltoso comune di rosà ha basato i bilanci su un tot di entrate ICI e adesso che il suo amato e venerato Presidente l'ha tolta bisogna sopperire in qualche maniera?

Siete proprio dei pulcini.
Inculami quanto vuoi vigile e comune: pago di gusto la tua ignoranza!

lunedì 15 settembre 2008

due cuori e una capanna

aeora domenega so 'ndà al matrimonio de un me compagno de università, Ivan Miazzi, detto Bea Vita Miassi. Questo nea foto qua vissin. El ga maridà a Stefania, gran toco de toxa, na specie de valchiria padovana. Lu dal Cristo de Arxareo e ea da Buxine davanti al prete de S. Maria de Piove de Saco. Gran prete tra l'altro.
Sicchè jerimo mi e a Vaentina, Nicoea Mason co a Silvia, Stiv Scarieto co a Sara e Leo Caegaro; parchè el me gavesse invità noialtri e altri no, no o so, ma credo sia parchè semo brava xente. Se presentemo bei fa el soe, tirai a stecheto, lustri come poche volte, co na spissa granda de vedare cossa che saria sucesso. eh gnente. fin che no te conossi el sposo no te poi capire. o ciamavino "bea vita" pa qualcosa: mai pressa, mai pensieri, mai fastidi, mai problemi. un tipo co calma insoma, ma che fa e robe pì imprevedibii, vedi strip co perixoma aea laurea, produssion de saeadi longhi un metro, costrussion de un tergicristaeo pal parabresa del motorin, abitare co do siciliani (Concetto te si el mejo! "Amare le donne, ma dolce il caffè"), metare nea lista nosse na motosega e un banco da lavoro, andar a colloquio de lavoro 'ndove che i fa tochi pa a meclaren co a maietta dea ferari... uno un poco particoeare co a mania dee barxeete sol peo.
fato stà che rivemo in ciesa, lu xe xa dentro, riva a sposa tuta fassà in un bel vestito coeor geato al persego, deto anca roxa antico, bea fal soe e..... a sbara do oci grandi fa na casa: el sposo xe in scarpe da jinastica (naic blu in tinta co a gravata - notare che probabilmente el vestito el xe queo dea foto qua, gnanca uno novo). gnente panico, xera prevedibie. messa beissima, predica mejo che mejo, sposi fantastici, ndemo fora a tirar do risi, ma do parchè xe un fredo dea madona. bon, ndemo magnare... si ma dove xe el posto? segui na machina coi fiochi! parte i sposi in Smart, ripeto in Smart, drio tuti quanti. i sposi no speta nesuni, e un poco aea volta tra un semaforo e un stop perdemo el treno de machine. seguimo queo vestio da maniaco, che però nol vegneva magnare, e rivemo fin a Montegroto, là decidemo che se ghemo persi, se giremo, ciamemo e in qualche maniera rivemo so sto posto a Maserà. i sposi no xe ndati farse e foto, per cui se tacca suito co e danse. alt. xero drio pa dismentegarme che el tuto se svolge sotto el portego de na caxa vecia, ma no restruturà, proprio vecia! no un ristorante o un agriturismo, na casara vecia. xe anca bastansa fredo, i tavoi xe de plastica e streti. e semi in pochi... gavarissimo scomeso el contrario conosendo Ivan. Pochi ma boni, ansi come dixe Mason, me sento onorà de essarghe. Na rosta de antipasti, un primo, un secondo, dolse, cafè e amaro, el tuto condio co un personajo in costume popoeare che conta barxeete onte in diaeto una drio chealtra, un mitra. Mason e a Silvia i sona adiritura i strumenti dea banda. i sposi verxe i regai! roba che no vedevo da un mucio, de soito tra buste e visite mirate a pratica del presente al dì del matrimonio a xe sbrigà. e bomboniere semplicissime, do foto de numero e dopo via, casa.

bon, so tornà casa contento co do pensieri: el primo che xe ancora posibie fare e robe semplici e divertirse un mucio, el secondo che esiste ancora dee toxe bee.

bravi, na benedission.

mercoledì 3 settembre 2008

(I love it when you call me) Big Pop-pa

le mie parole sono sassi precisi aguzzi pronti da scagliare su facce vulnerabili e indifese sono nuvole sospese gonfie di sottointesi che accendono negli occhi infinite attese sono gocce preziose indimenticate a lungo spasimate poi centellinate sono frecce infuocate che il vento la fortuna sanno indirizzare

ho studiato il mondo e le genti e conosco il valore delle cose
non so cantare, non so ballare, non so suonare, non so nuotare, non mi piace il mare, ma conosco bene come stare sulla terra
non sono diverso ma di certo non sono uguale
non inseguo ma neanche mi piace essere seguito
non ho picchi di vita, ma costanza e minimo alto la portano sopra la media
credo che se ascolti il "silenzio" sentirai rumore, quindi esiste l'ascolto ma il silenzio non esiste, anche se ci sono anime vuote che potrebbero esserne la forma e il colore
amo le cose concrete e avrò meno rimpianti di un sognatore
preferisco la salita alla discesa, una cosa difficile a una facile, la conquista al regalo o al furto
credo nel cammino come elogio dello spazio e sua gratificazione di immensità
ho trattato male tante persone, ma non ho mai fatto male a nessuno
non ho avuto tanti motivi per piangere, mi sono fatto poche seghe mentali
credo che tutti i peccati siano riassumibili nel furto e nella (s)vendita

sono fortunato e ringrazio Dio
mi sento un pappone, quindi
I love it when you call me Big Pop-pa