lunedì 24 dicembre 2012

Auguri!

Carissimi Tutti,
è tempo di avviarci verso Betlemme. E' tempo di ritornare dove la Speranza chiede la cittadinanza dei nostri cuori.

Sapremo offrirLe una dimora semplice e accogliente, o solo le macerie delle nostre miserie umane?

Sapremo scaldarLa con il calore delle nostre parole d'amore, o la lasceremo al freddo delle nostre labbra mute?

Stringiamoci ai nostri cari e con loro percorriamo e viviamo la strada che ci porta all'incontro con la Speranza.

Quella mangiatoia vuota sono i nostri cuori, che aspettano.

Auguri a Tutti Voi, ai Vostri Cari. E auguri a Tutti Noi.

--
Laboratorio di Cittadinanza Attiva
dell'Azione Cattolica di Vicenza


giovedì 20 dicembre 2012

ci risiamo

che i potenti denigrino, tramite i propri mezzi stampa, chi gli va contro si chiama... azz.... ehm... non mi viene, ma fa rima con fascismo. un bel vaffanculo al ladrone nazionale, legalizzato da tutto il suo partito e da chi vede ideali in una menzogna lunga 20 anni. ci meritiamo il Paese che abbiamo. tutto. e chi si chiama fuori è uno dei motivi per cui ce lo meritiamo.

"c'è una strada in mezzo al niente [] e non porta fino casa, se non ci vai tu!"

mercoledì 28 novembre 2012

ci sono ancora gli idealisti

MILANO - «Li ho chiamati fascisti, sì. E violenti. E squadristi. E figli di papà. Cantavo "Bella ciao", "ho trovato l'invasor"... mentre cercavano di sfondare per occupare la scuola. Da loro sono stata anche malmenata, io che sono una donna e pure vecchia. Ma di qui non mi muovo. Difendo la mia scuola, anche a costo della vita. Sono al servizio dello Stato». Lei è la preside Maria Concetta Guerrera

giovedì 15 novembre 2012

43 scatti

"eh purtroppo sono 43 scatti, una bolletta che comincia a essere cara"
Tanti auguri amico Ennio, amico speciale, amico gentile, ingenuo e spiazzante, ragazzo di campagna, sorriso vero, broncio adulto, interesse sincero.

Una dis-abilità che imbarazza, perchè non sai come trattarla. E che un pò me la cavo! In realtà sono io il non-abile, perchè non so gestirla una cosa così. Ce l'ho io i limiti, altro che te!
Ma la gioia che mi dà stare insieme...

"ti faccio tanti auguri ancora, saluta la mamma e tutta la famiglia, e ricordati di me"

mercoledì 3 ottobre 2012

motopicco

demolire fa molto più rumore che costruire

venerdì 20 luglio 2012

giovedì 24 maggio 2012

euro-contenti, euro-contanti

cambia la politica aziendale, per andare incontro ai fornitori in difficoltà, il nuovo direttore amministrativo ErPiotta (detto anche Mr.Euro), ha deciso di snellire le procedure e ha stabilito le nuove condizioni di pagamento dell'azienda, di seguito elencate. Da oggi in poi tutti i fornitori verranno pagati alle sottostanti condizioni:
Ri.Ba. 30gg DSV - Rimessa Bancaria a 30 giorni dopo Scudetto Vicenza.

lunedì 14 maggio 2012

è tornata la vecchia baldraccona

Ciccio, quello è un divieto di andare sopra i 30!
La Juve ritorna a vincere, e meritatamente visto che non ha mai perso.
Ombre lunghe sugli sbandierati 30 tituli e sulla simpatia di Conte. Ma è tornata, la cara, vecchia, antipatica, vincente, Rubentus!

mercoledì 21 marzo 2012

l'ottimista

l'ottimismo è il profumo della vita!
l'ottimismo vola!

martedì 13 marzo 2012

tanti auguri


tanti auguri. non a me. alla mia squadra. adesso è proprio mia. 110 anni e un vento nuovo.

http://www.nobileprovinciale.it/

lunedì 6 febbraio 2012

caduti in un piccolo buco, ma piccolo


buco con la caramella intorno o caramella bucata?

venerdì 3 febbraio 2012

da L'espresso

Inchiesta

Ecco come arrivano i cinesi

di Paolo Cagnan

Un'agenzia procura i visti turistici. Poi c'è la falsa assunzione in un negozio o in un ristorante. Così ottengono il permesso di soggiorno. E alla fine comprano a suon di mazzette una licenza commerciale spesso fasulla. Un'indagine fa luce su un meccanismo che non ha bisogno di gommoni e scafisti

(01 febbraio 2012) Padova. Studio di un commercialista. La scenetta è ripresa da una videocamera nascosta. Un uomo e una donna, entrambi cinesi, ricevono una specie di pergamena. La donna apre la borsetta, guarda l'uomo, poi consegna un fascio di banconote. Sono 1.800 euro in contanti. E quei due cinesi, fra un paio di giorni, potranno aprire il loro minimarket a Porto Garibaldi, nella ricca provincia di Rovigo. Tutto avviene in un paio di minuti. I due cinesi attendono la conta del denaro. Il commercialista è concentrato, rigira le banconote fra le dita con destrezza da bancario. Ci sono tutti, avanti il prossimo. Niente convenevoli, sembra un copione già visto.
....
per chi vuole capire, leggere tutto su
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ecco-come-arrivano-i-cinesi/2172966

giovedì 26 gennaio 2012

da la Repubblica

Weisz, l'ebreo che fece grande il Bologna

Un trofeo per ricordare il tecnico ungherese che morì ad Auschwitz nel 1944. Scoprì il talento di Giuseppe Meazza e inventò i ritiri estivi. Con lui la squadra emiliana, negli anni Trenta, "faceva tremare il mondo", come recita uno slogan ancora in voga oggi fra i tifosi. L'idea di Gianni Mura accolta da tanti sostenitori in città

di SIMONE MONARI
Weisz, l'ebreo che fece grande il Bologna
BOLOGNA - Un trofeo nel nome di Arpad Weisz. Che non è una birra e nulla ha a che vedere con i diritti televisivi, il merchandising e il marketing. Per una volta, e senza volerla demonizzare, la pubblicità non c'entra nulla. L'idea é di Gianni Mura, che ne ha scritto domenica nella sua rubrica settimanale "I cattivi pensieri".
Repubblica Bologna l'ha subito rilanciata. Perché Bologna e Inter non organizzano una partita in memoria di Weisz? Vedremo adesso se il calcio troverà la forza di guardare avanti voltandosi indietro. Roberto Zanzi, dg del Bologna, ha preso posizione. I primi segnali sono incoraggianti. "Appena possibile ne parleremo con l'Inter, per trovare una data che si presti a questo tipo di iniziativa".
Nell'imminenza del 27 gennaio, il giorno della memoria dedicato alle vittime della Shoah, si torna dunque a parlare di questo tecnico ebreo ungherese che potremmo tranquillamente definire uno dei padri nobili del calcio moderno. Un padre, però, che per tanti anni è stato letteralmente dimenticato. Eppure fu l'uomo che inventò i ritiri estivi, che scoprì nientemeno che Giuseppe Meazza (lanciandolo in prima squadra a 17 anni) e che contribuì a fare grande, grandissimo, il Bologna. Con una metodologia di lavoro decisamente all'avanguardia.
Erano gli anni '30 e ancora oggi quella rossoblù è ricordata come la squadra che faceva tremare il mondo. Il gruppo Weisz non si limitò a vincere in patria, ma diede lezione persino ai maestri
inglesi che sin lì avevano snobbato il calco d'oltreconfine e che invece nel '37, nella finale del Trofeo dell'Esposizione (una sorta di Champions League di quegli anni), subirono l'onta di una sconfitta che fece epoca, ridimensionò il Chelsea battuto 4-1 e issò il Bologna sulla ribalta continentale. Era il Bologna dell'ultimo Schiavio, l'eroe che nel '34 aveva permesso all'Italia di vincere il suo primo mondiale, di Biavati, l'inventore del passo doppio che sarebbe stato fondamentale nella replica azzurra del '38 , degli uruguagi Andreolo, Sansone, Fedullo e Puricelli, di tanti altri e di sicuro in panchina di Weisz che in quegli anni di autarchia era obbligatorio scrivere con la V iniziale, all'italiana.
A Bologna aveva aperto un ciclo, vincendo gli scudetti del '36 e del '37 dopo averne centrato uno anche con l'Inter, che allora si chiamava Ambrosiana, nel 29-30, in quello che fu il primo campionato a girone unico.
Se Weisz é stato riscoperto, seppur tardivamente, il merito è di un giornalista bolognese, Matteo Marani, che oggi dirige Il Guerin Sportivo e che nel 2007 gli ha dedicato un libro ( "Dallo scudetto ad Auschwitz" ) ripercorrendone le vicende col passo del cronista autentico e con la passione per la ricerca storica. Quella di Weisz è senza dubbia un'avventura esaltante dal punto di vista sportivo, drammatica da quello umano perché l'intera famiglia dell'allenatore ungherese pagò con la vita nei campi di concentramento la barbarie delle leggi razziali. Weisz, la moglie Elena (nata Ilona Rechnitzer, anche lei ebrea ungherese) e i figli Roberto e Clara, furonon costretti a fuggire prima a Parigi poi in un piccolo centro nei Paesi Bassi. E anche lì, alla guida del Fc Dordrecht, Weisz in panchina fece miracoli, illudendosi di riprendere una vita quasi normale. Ma quando i tedeschi occuparono anche quelle terre, i Weisz finirono per essere deportati ad Auschwitz. E da lì non ne uscirono più. "Mi sembra si chiamasse Weisz, era molto bravo ma anche ebreo e chissa come è finito", scrisse tanti anni fa Enzo Biagi.
A seguito del libro di Marani nel gennaio del 2009, su iniziativa del Comune di Bologna nell'anno del centenario del club rossoblù fu posta una targa allo stadio Dall'Ara per rendere omaggio a Weisz e ora anche Milano ricorderà, all'interno dell'impianto di San Siro intitolato proprio a Meazza, l'allenatore che per primo ne intuì il talento.
VenerdÌ 27 si terrà la cerimonia alla presenza del presidente Moratti, del tecnico Ranieri e del capitano Zanetti. Che possa presto svolgersi un trofeo fra Bologna e Inter, le squadre che segnarono in maniera indelebile la carriera di tecnico di Weisz (che allenò anche il Bari e il Novara) per adesso è una possibilità.