giovedì 26 gennaio 2012

da la Repubblica

Weisz, l'ebreo che fece grande il Bologna

Un trofeo per ricordare il tecnico ungherese che morì ad Auschwitz nel 1944. Scoprì il talento di Giuseppe Meazza e inventò i ritiri estivi. Con lui la squadra emiliana, negli anni Trenta, "faceva tremare il mondo", come recita uno slogan ancora in voga oggi fra i tifosi. L'idea di Gianni Mura accolta da tanti sostenitori in città

di SIMONE MONARI
Weisz, l'ebreo che fece grande il Bologna
BOLOGNA - Un trofeo nel nome di Arpad Weisz. Che non è una birra e nulla ha a che vedere con i diritti televisivi, il merchandising e il marketing. Per una volta, e senza volerla demonizzare, la pubblicità non c'entra nulla. L'idea é di Gianni Mura, che ne ha scritto domenica nella sua rubrica settimanale "I cattivi pensieri".
Repubblica Bologna l'ha subito rilanciata. Perché Bologna e Inter non organizzano una partita in memoria di Weisz? Vedremo adesso se il calcio troverà la forza di guardare avanti voltandosi indietro. Roberto Zanzi, dg del Bologna, ha preso posizione. I primi segnali sono incoraggianti. "Appena possibile ne parleremo con l'Inter, per trovare una data che si presti a questo tipo di iniziativa".
Nell'imminenza del 27 gennaio, il giorno della memoria dedicato alle vittime della Shoah, si torna dunque a parlare di questo tecnico ebreo ungherese che potremmo tranquillamente definire uno dei padri nobili del calcio moderno. Un padre, però, che per tanti anni è stato letteralmente dimenticato. Eppure fu l'uomo che inventò i ritiri estivi, che scoprì nientemeno che Giuseppe Meazza (lanciandolo in prima squadra a 17 anni) e che contribuì a fare grande, grandissimo, il Bologna. Con una metodologia di lavoro decisamente all'avanguardia.
Erano gli anni '30 e ancora oggi quella rossoblù è ricordata come la squadra che faceva tremare il mondo. Il gruppo Weisz non si limitò a vincere in patria, ma diede lezione persino ai maestri
inglesi che sin lì avevano snobbato il calco d'oltreconfine e che invece nel '37, nella finale del Trofeo dell'Esposizione (una sorta di Champions League di quegli anni), subirono l'onta di una sconfitta che fece epoca, ridimensionò il Chelsea battuto 4-1 e issò il Bologna sulla ribalta continentale. Era il Bologna dell'ultimo Schiavio, l'eroe che nel '34 aveva permesso all'Italia di vincere il suo primo mondiale, di Biavati, l'inventore del passo doppio che sarebbe stato fondamentale nella replica azzurra del '38 , degli uruguagi Andreolo, Sansone, Fedullo e Puricelli, di tanti altri e di sicuro in panchina di Weisz che in quegli anni di autarchia era obbligatorio scrivere con la V iniziale, all'italiana.
A Bologna aveva aperto un ciclo, vincendo gli scudetti del '36 e del '37 dopo averne centrato uno anche con l'Inter, che allora si chiamava Ambrosiana, nel 29-30, in quello che fu il primo campionato a girone unico.
Se Weisz é stato riscoperto, seppur tardivamente, il merito è di un giornalista bolognese, Matteo Marani, che oggi dirige Il Guerin Sportivo e che nel 2007 gli ha dedicato un libro ( "Dallo scudetto ad Auschwitz" ) ripercorrendone le vicende col passo del cronista autentico e con la passione per la ricerca storica. Quella di Weisz è senza dubbia un'avventura esaltante dal punto di vista sportivo, drammatica da quello umano perché l'intera famiglia dell'allenatore ungherese pagò con la vita nei campi di concentramento la barbarie delle leggi razziali. Weisz, la moglie Elena (nata Ilona Rechnitzer, anche lei ebrea ungherese) e i figli Roberto e Clara, furonon costretti a fuggire prima a Parigi poi in un piccolo centro nei Paesi Bassi. E anche lì, alla guida del Fc Dordrecht, Weisz in panchina fece miracoli, illudendosi di riprendere una vita quasi normale. Ma quando i tedeschi occuparono anche quelle terre, i Weisz finirono per essere deportati ad Auschwitz. E da lì non ne uscirono più. "Mi sembra si chiamasse Weisz, era molto bravo ma anche ebreo e chissa come è finito", scrisse tanti anni fa Enzo Biagi.
A seguito del libro di Marani nel gennaio del 2009, su iniziativa del Comune di Bologna nell'anno del centenario del club rossoblù fu posta una targa allo stadio Dall'Ara per rendere omaggio a Weisz e ora anche Milano ricorderà, all'interno dell'impianto di San Siro intitolato proprio a Meazza, l'allenatore che per primo ne intuì il talento.
VenerdÌ 27 si terrà la cerimonia alla presenza del presidente Moratti, del tecnico Ranieri e del capitano Zanetti. Che possa presto svolgersi un trofeo fra Bologna e Inter, le squadre che segnarono in maniera indelebile la carriera di tecnico di Weisz (che allenò anche il Bari e il Novara) per adesso è una possibilità.

martedì 8 novembre 2011

Joe Frazier
























Perchè ha battuto Alì, perchè quelli che vincono sempre sono anche quasi sempre antipatici (Cassius Clay, Juve, V.Rossi, V.Vezzali, etc...), perchè una vittoria contro gli imbattibili dà speranza a una vita intera. Perchè chi vince sempre è solo e chi lotta per una singola vittoria è un menestrello della gente. e canta poesie che fanno sognare.

venerdì 2 settembre 2011

chiacchiericchio

c'è chi parla per paura del silenzio e chi per dar aria ai pensieri
c'è chi scrive 100colpi di spazzola prima di andare a dormire e chi la vita accanto
c'è chi canta eh già e chi el pueblo unido jamas sera vencido
c'è chi non paga le tasse e chi è onesto
c'è chi roma ladrona e chi ora paga ancora di più
c'è chi in ferie sempre e chi se ne frega
c'è chi ven/sab/dom leoni e chi sempre in rodaalta
c'è chi scappa e chi decide
c'è chi tanto è lo stesso e chi si sposa
c'è chi lesbica è naturale e chi ti te si folgorà
c'è chi sempre in ritardo e chi sempre ti aspetta
c'è chi non so se ce la faccio e chi ho sempre tempo per te
infine
c'è chi il calcio mi fa schifo e chi ha visto alemao

martedì 2 agosto 2011

la chiusa

ecco fatta anche la chiusa. una chiusa seria come quelle scoppiettanti di Stea, bella lunga, sguaiata, gozzoviglianta, piacevole, straordinariamente bella. una chiusa emozionale e allo stesso tempo orgogliosa.
gli ex bambini che ti rendono fiero, e gli voglio bene e mi fanno tenerezza come quando erano alti come una carriola.
quelli di adesso che ti fanno sentire soddisfatto, con un sentimento osmotico, ogni abbraccio una mitosi che dice "grazie, ciao, ti ho vissuto"
quindi occhio che adesso i ragazzi sono in giro, messi justi, messi puitto! bel lavoro. davvero bel lavoro. e si vede e si sente e si può quasi toccare. e un dolce dolore saluta la meta. la mia, di andrea, silvia, luca. un peregrinare chiuso in una data speciale per me (25/07). e qua parte il coccolone. grazie Grande Capo.
un grazie poi a tutti quelli che mi hanno dato tanto, a big pappa Simone, Checco, Laura e Enrico i Baji, Diego, Betta, David gnomo, Valentina, SuperEzzio, Ricky Pan, FS - MrSilver, Gianluca, Ale CZ, Bea, Martina, Lucia, Ghido, Angela, Nico, Lele MM the king of fire, Elena Cittonazza, Emma, Alessia, Silvia Billa, Katia, Bres, Nardo, Elisa buon2005, Alice, Andrea, Silvia PTF e Luca BGG.... ma anche Michele Lolo, Valentina, Cristina gresta, Ivan-Silvio, Silvia gufo, Paolo&Chiara, Paolo, Rossana, AleCaste, Biba, Linda, Michele, Lisa, Elisa, Luisa, Rachele, Chiara, Jack, Mauro, Loredana, Stefano VIP Faggion, Raffaella, Checo, Pierangelo, Marco Maria Cobolli Gigli Polloniato... e infine a Marco, Jessica, Federica e Valentina.

giovedì 9 giugno 2011

lunedì 6 giugno 2011

Pirati dei Careibi - 3y

A tre anni (3y) dal trionfo elettorale, dal regista più premiato di Milano,
medusa film presenta la saga più famosa del mondo, i Pirati dei Careibi

Non perdere le avventure dei tuoi beniamini:
capitano Jack Sparrow (Silvio B.)
capitano Barbossa (Ignazio LR)
capitano Barbanera (Giulio T)
mastro Gibbs (Roberto C)
Lord Beckett (Angelino A)
Will Turner (Roberto M)
Elisabeth Swann (Mariastella G)
Angelica (Mara C)
Davy Jones (Umberto B)
Sao Feng (Michela Vittoria B)

a bordo della mitica Perla Nera (la casa delle libertà) cercheranno di trafugare i tesori della penisola italica, minacciati da oscure forze staliniste, maledizioni zingare ed eventi culturali!
E nelle migliori sale, ora puoi guardarlo anche in catene!
Happy ending assicurato!







Vi racconto il finale: Jack Sparrow si mette con il pirata Davy Jones e limonano duro-duro.
Dopo i titoli di coda invece si vede mastro Gibbs che gioca agli spadaccini con un profugo nerogaymusulmanoemaoista, e si fa infilzare a più riprese.