martedì 18 febbraio 2014

san valentino - storie quasi vere

A) amore amore amore, ma no a more mai
B) amare le donne, ma dolce il caffè

A) mio nonno Cesco, tanto rude quanto dolce, aveva dei modi ironici per dimostrare il suo amore a mia nonna Pina. Mai una volta ho dubitato sul fatto che fossero una bella coppia.
A San Valentino andavano sempre a messa e dopo a fare la spesa al Prix. Unico giorno che andavano insieme, perchè la spesa era un affare da uomini. Così mio nonno si comprava quello che piaceva a entrambi, a parte il gelato, due vaschette distinte, crema per lui, frutta per lei.
Ma a messa mica andavano per Valentino, ci andavano per Cirillo e Metodio. E non si facevano mica auguri, anche perchè Valentini da festeggiare in famiglia non ce n'è. Invece Emetodio a Rosà uno ce n'è! E ci si trovava praticamente per prenderlo in giro. Dopo si andava avanti delle settimane a parlare di sta uscita mattutina. Quanto contava?

B) Concetto, vicino di casa del mio amico Ivan "Bea Vita", nonchè parente acquisito, era siciliano, e come i siciliani che si rispettino, se ti considerava della famiglia ti dava tutto. Dunque Concetto aveva una famiglia numerosa, anzi, direi sterminata. Sposato con una veneziana, non aveva figli, e si dedicava con generosità a Ivan e ai suoi fratelli. Aveva una naturale predisposizione alla felicità. Sotto i baffoni sorrideva sempre. Il prototipo dell'accoglienza. Per il 14 Febbraio faceva un import dalla Sicilia di un barilotto di qualche sfiziosità sotto sale per la moglie. Fossero acciughe, olive, peperoni o melanzane, l'importante era un barilotto e che fosse sotto sale. Perchè l'amore è già dolce assai. Il regalo e le battute erano sempre quelle, ogni anno. Ma la moglie lo raccontava con una risata orgogliosa. Quanto contava?

Io a san valentino ho sempre fatto tanti auguri di buon onomastico. Perchè per qualcuno conta sentirsi festeggiati per il proprio nome, per come si è nei minimi termini, nella forma più originale. Anche questo è amore.

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