martedì 19 agosto 2008

In un giorno di pioggia imparammo ad amare

















Già di per sè non è mai facile, ma perdere un collega di lavoro è ancora più strano...
non è un parente, e magari neanche un amico vicino. un amico lontano, sì. ecco, ora ancora più lontano. un amico dal nome a me così caro, Pellegrino, con un baffo da nonno birra moretti, non può essere stato solo lavoro. una simpatia dirompente, una loquela raffinata con congiunzioni da caserma romagnola. un affetto per un ragazzo giovane, un consiglio e una risata, una battuta che anche una torrefaro da 30 diventa uno spettacolo telefonico.
Signor Morelli.... maestro, quando mai sono riuscito a darti del tu...solo ora.
il fumo, il vino, le donne, le passioni più forti, biologo mancato per un esame, gli slanci nella vita, lo squaqquerone nella piadina, nessun altra fede, i vizio, i soldi, dio non esiste, il divorzio, la velocità, il mare di Ravenna, il vento all'alba e la sigaretta appena sveglio, la pioggia senza ombrello, il sole senza cappello, champagne e sangiovese a cena, le moto, la velocità dell'animo, la lentezza del corpo...la vita respirata il doppio degli altri.
Dio ti accoglierà, perchè hai amato l'uomo e l'hai rispettato.
Un brindisi. E come avrebbe detto...vaffanculo a quella gran bocchinara

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